Secondo i dati dell’Istituto Italiano di Project Management, nel nostro Paese a fine 2016 le certificazioni PMP® ammontavano a 6.417. Erano 5.376 nel 2015.
In un anno, quindi, l’incremento ha superato il migliaio. Segno dell’importanza che la validazione delle competenze sta ottenendo tra i Project Manager (PM) con un certo bagaglio di esperienza e sintomo di alcuni, indiscutibili, vantaggi.
In tutto il mondo oggi ci sono 800.000 professionisti con una certificazione PMP®. Ciò significa che tutti loro condividono una identica modalità di gestire i progetti che è riconosciuta a livello internazionale, con ricadute enormi in termini di opportunità che non si limitano al proprio Paese d’origine, ma aprono frontiere e abbattono vincoli geografici.
La crescita delle certificazioni PMP® in Italia e nel mondo coincide con un innalzamento dei requisiti ricercati dagli stakeholder. Sempre più spesso, infatti, i clienti vedono nella certificazione la garanzia di una qualità confermata da un prestigioso organismo internazionale. E questo vale anche per la committenza pubblica. Tant’è vero che alcuni bandi richiedono espressamente che l’azienda che si candida a una gara possegga al suo interno un professionista munito di certificazione PMP®.
È ovvio che doti come la leadership o l’autorevolezza non si possono acquisire semplicemente superando l’esame PMP®. Ma è anche vero che la certificazione è un biglietto da visita, agli occhi dei colleghi e dei membri del team di progetto è solita generare da subito un senso di rispetto, suscitando un’apertura di credito nei confronti del Project Manager. Soprattutto per chi opera in aziende strutturate, dotate di un Project Management Office, la consapevolezza di che cosa significhi il riconoscimento PMI è molto alta.
Una recente ricerca dell’Osservatorio delle Competenze Digitali ha fatto emergere come, tra i profili digitali oggi più ricercati, ma poco reperibili sul mercato del lavoro italiano, rientrano quello del Business Analyst, del Project Manager e del Security Analyst. Nel caso del Project Manager, i campi d’applicazione non sono solo il digitale, ma spaziano in quasi tutti i settori d’impresa. L’Osservatorio non fa altro che confermare il trend in uno specifico ambito. Di conseguenza se c’è scarsità di PM che abbiano qualifica e competenze per potersi fregiare di questo titolo, cresce la forza contrattuale di quei 6.417 citati in apertura. Così come la loro opportunità di fare carriera e di scegliere le condizioni lavorative migliori e l’azienda con cui collaborare.